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Voglia di stare bene
Sport in età evolutiva. I bambini e i ragazzi sedentari hanno problemi. Dott.ssa Michela Freddio

Sport in età evolutiva

È bene iniziare a fare attività fisica sin da piccoli per assicurarsi il benessere e l'equilibrio nell'età adulta, purché sia moderata. No alla vita sedentaria, ma anche all'agonismo in età troppo precoce.

Qual è l'età più giusta per iniziare a fare attività fisica? Studiosi e ricercatori sono ancora in disaccordo, temendo i rischi legati all'agonismo troppo precoce, ma su una cosa sono tutti d'accordo: i danni legati alla sedentarietà! Dall'età scolare in poi il bambino starà seduto nei banchi per lunghe ore e come se questo non bastasse, continuerà a stare seduto anche a casa tra compiti, TV, videogiochi e computer.
Considerate che il periodo che va dai 6 ai 14 anni, a seconda di come viene vissuto dal punto di vista motorio, condiziona molto il benessere e l’equilibrio psicofisico dell’età adulta; sono sempre più frequenti situazioni di "sottosalute” (quadri clinici al limite tra la normalità fisiologica e la patologia vera e propria) provocati e sostenuti dalla dilagante assenza di attività fisica.

Il vero pericolo: la vita sedentaria

In bambini e ragazzi sedentari i problemi che si riscontrano più frequentemente sono: difetti di portamento e di postura, ridotta efficienza cardio-circolatoria e polmonare, sovrappeso e obesità, che a sua volta si associa a tante altre problematiche muscolo-scheletriche (scoliosi vera e propria, cifosi dorsale, iperlordosi lombare, valgismo delle ginocchia, piede piatto) e metaboliche (ridotta sensibilità insulinica fino ad arrivare al diabete).  Acquisizioni recenti hanno fra l’altro dimostrato che la sedentarietà altera, a livello centrale, il senso dell’appetito e l’autocontrollo mentre, al contrario, la pratica regolare di un allenamento sportivo ristabilisce il meccanismo di feed-back a livello cerebrale, riportando il senso di fame ad adattarsi al dispendio energetico reale.
In questi bambini si instaura un circolo vizioso per cui meno attività fisica svolgono e più tendono ad evitarla, in parte per fattori psico-ambientali (ad esempio si vergognano di correre), in parte per l’effettiva difficoltà a praticare agilmente anche gli esercizi più semplici.

I grandi vantaggi del movimento

L’allenamento sportivo è in grado di produrre una serie di benefici e di vantaggi che interessano l’intero organismo, dall’apparato di sostegno (migliore mobilità articolare e tonicità muscolare), al cardio-respiratorio (aumento dell'azione cardiaca, della pressione arteriosa e più veloce recupero dopo uno forzo), al comportamento e alla personalità dei ragazzi. L’educazione motoria porta all'aumento della coordinazione neuro-muscolare e produce, in tempi brevi, vistosi miglioramenti di postura e di atteggiamento
Non si possono inoltre trascurare le implicazioni psicologiche: i bambini sedentari hanno difficoltà di socializzazione, apprendimento motorio sotto la media e tutti gli studi dimostrano che rispetto ai coetanei che praticano attività sportive, hanno maggiore predisposizione all'instabilità emotiva, alle bugie, alla balbuzie, all’enuresi notturna, all’onicofagia. 
Il confronto con i coetanei, l’emulazione, l’interesse per l’apprendimento di schemi motori sempre diversi, la soddisfazione di imparare esercizi a difficoltà progressivamente crescente, l’approvazione e l’elogio dell’istruttore o, al contrario, il suo rimprovero, sono solo una parte delle infinite implicazioni psicologiche legate all’ambiente ed alle motivazioni di una corretta pratica sportiva. Il miglioramento dell’autostima, il controllo dell’emotività, l’incremento della socializzazione e di inserimento fra i coetanei, la maggiore tolleranza alle frustrazioni, un miglior controllo dell’ansia, sono fra le componenti della personalità che maggiormente beneficiano dallo sport e dall’ambiente sportivo.

Quale attività fisica scegliere?

Al di sotto del 14° anno di età, è possibile allenare la destrezza (base tecnica), la mobilità articolare e la resistenza. Lo sviluppo delle capacità coordinative e della flessibilità deve essere particolarmente curato nelle prime fasce di età in quanto queste caratteristiche hanno un limitato margine di miglioramento dopo i dieci anni di età e ancora meno dopo la pubertà. Per quanto riguarda la forza è sconsigliabile prima del 14° anno utilizzare tecniche isometriche e con i pesi.  In ogni caso, anche negli atleti giovanissimi, è possibile gettare le basi dell’allenamento della forza utilizzando pesi molto leggeri, per insegnare loro il corretto uso degli attrezzi, consolidando così l’acquisizione dei processi motori e il controllo dei movimenti. 
Qualunque sport pratichi, il ragazzo non deve svolgere un’attività di allenamento "unilaterale” intesa a incrementare una sola qualità fisica: evitare pochi gesti ripetitivi e preferire un allenamento "multilaterale” che favorisce lo sviluppo contemporaneo delle qualità psicofisiche allenabili nel ragazzo con esercitazioni varie, alternate e polivalenti. 

Lo sport: un'elemento fondamentale per la crescita

Dalla terza infanzia fino alla pubertà l’allenamento sportivo deve far parte delle componenti educative irrinunciabili, perché formativo della personalità, delle strutture e degli apparati del bambino in crescita. Come, infatti, ormai si è certi dell’influenza dell’ambiente familiare, della scolarità, del tipo di alimentazione, del controllo sanitario periodico, ecc, così è nostro dovere assicurare una corretta e regolare pratica sportiva.
In conclusione lo sport per bambini e ragazzi non solo non è dannoso, ma rappresenta un elemento fondamentale dal punto di vista preventivo, fisico e psicologico. 
Dott.ssa Michela Freddio. Programma per stare bene veramente

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